Carrefour sotto accusa: in Cina vende carne di cane

Carrefour sotto accusa: in Cina vende carne di cane

Una nuova denuncia sul consumo di carne di cane in Cina arriva da AnimalAsia, una organizzazione animalista, che accusa Carrefour di venderla sui banchi alimentari dei supermercati. Nello specifico, si parla della presenza di carne canina in un paio di market della catena francese a Xuzhou, nella provincia dello Jiangsu, ed è stata lanciata una petizione online per metterla al bando.

La denuncia di quanto avviene in uno scatto riportato dal Washington post, dove si vede un prodotto venduto al Carrefour con etichetta turtle-juiced dog meat (ovvero carne di cane in brodo di tartaruga), dal peso di 900 grammi e il costo di circa venti euro. Già nel 2012, spiega Jill Robinson di AnimalAsia, Carrefour si era impegnata a mettere al bando la carne di cane.

Per Irene Feng, Direttrice Tutela Cani e Gatti ad Animals Asia, “in Cina sono ben poche le persone che si aspettano di trovare un supermercato che vende prodotti contenenti carne di cane. Il consumo di cani e gatti riguarda una frangia limitata di persone, ed è considerato qualcosa che appartiene al passato dai giovani e dalla classe media”.

Nelle settimane in cui il Governo cinese prende una decisione storica riguardo al commercio della carne di cane nel contestato Festival di Yulin, arriva dunque la conferma che anche importanti catene di supermercati alimentano questo atroce business. Qualche tempo fa, in un post la China’s Rescues and Shelters ha ricordato gli orrori perpetrati per il commercio della carne di cane, denunciando che si tratta di un settore che danneggia la reputazione dei cinesi, definendolo “moralmente ripugnante”.

“Il commercio della carne di cane è fonte di sofferenza di milioni di cani e di tutti gli amanti degli animali in Cina. La Cina non può essere un leader mondiale se acconsente a questo commercio illegale”, scrive l’organizzazione che si occupa del recupero e della tutela degli animali in Cina.

Nel Paese, molti individui senza scrupoli raccolgono cani randagi da destinare al settore alimentare fino a rubare cani di proprietà. Un fenomeno piuttosto diffuso come mostra un video rimbalzato sui social a novembre nel quale si vede un uomo intento a rubare un cane, legato all’esterno di un’abitazione, al quale spara un dardo avvelenato o con un sonnifero, per poter prelevare il povero animale.

Di recente, invece, vi abbiamo raccontato la vicenda di un povero cagnolino che è stato ritrovato rinchiuso in un sacchetto, pronto per essere venduto, ancora vivo, come carne. Il piccolo amico a quattro zampe protagonista di questa storia si chiama Doggo e a salvarlo è stato un uomo che ritrovatosi davanti a quel macabro spettacolo non è rimasto inerme.

L’uomo, infatti, si trovava per strada, quando ha visto un gruppo di uomini che stavano vendendo cani vivi intrappolati in sacchetti, del tutto simili a quelli per conservare la carne. Si è avvicinato e ha sborsato novanta dollari, spiegando di volerne acquistare uno. Quindi, prima ha scattato una foto del cane ancora nel sacco, per rendere pubblica la crudeltà, che quindi non si limita al festival oggetto anche in passato di feroci polemiche, poi ha liberato il povero Doggo.

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