E’ stato condannato a 2 mesi e 20 giorni di carcere un uomo residente a Mairago, in provincia di Lodi. La sentenza è giunta dalla Corte d’Appello di Milano che lo ha ritenuto colpevole per l’uccisione della gatta dei vicini di casa attraverso l’utilizzo di un fucile da caccia. La pena è stata sospesa e rimpiazzata dal risarcimento dei danni alla parte civile, quantificato nella somma di 500 euro. Ma se tutto questo può sembrare eccessivamente lieve rispetto alla gravità del fatto, basti pensare che nella sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Lodi, l’assassino era stato addirittura assolto. Il fatto si verificò nel 2011, quando due donne che passavano per caso davanti al luogo dove si svolse l’accaduto affermarono di aver visto il povero animale saltare letteralmente in aria a causa degli effetti subiti dallo sparo.
Il corpo della gatta venne centrato in pieno mentre la stessa stava passeggiando nel campo sportivo antistante la falegnameria dell’imputato. Questi aveva premeditato tutto, imbracciando il fucile all’interno del locale e colpendo la micia da una finestra. Il felino è poi rimasto a terra stecchito. Agghiacciante un altro particolare emerso dalle indagini e per il quale una delle due donne avrebbe chiesto all’uomo: “Ma cosa hai fatto?”, ricevendo in risposta una breve, lapidaria frase in dialetto: “Scavava nel mio giardino”.
Ilaria Innocenti, responsabile Area Animali Famigliari per la LAV, commenta la sentenza parlando di “tragico esempio di intolleranza nei confronti dei poveri gatti colpevoli di nulla. Questo odio spesso sfocia in episodi simili, e specialmente nel caso di detenzione di armi da fuoco c’è sempre da temere il peggio. L’imputato era un cacciatore ma questa sua aggressività avrebbe potuto nuocere anche alle persone. La Lega Anti Vivisezione è soddisfatta per la sentenza, ma visto che questo individuo ha sparato in pieno centro abitato chiediamo che gli venga revocata vita natural durante la possibilità di avere la licenza di caccia oltre all’interdizione perpetua dell’uso di armi”. Un altro episodio era avvenuto nelle settimane a Livorno.