Orrore nel canile di Pau: centinaia di animali soppressi, molti morivano nei congelatori

Orrore nel canile di Pau: centinaia di animali soppressi, molti morivano nei congelatori

E’ stata avviata un’inchiesta sul canile di Pau, piccolo comune francese situato sui Pirenei, nella regione della Nuova Aquitania. Secondo quanto scrive la nota associazione animalista d’Oltralpe, 30 Millions d’Amis, nel rifugio ci sarebbero stati centinaia di morti sospette. Ovvero sarebbe stata applicata in modo abusivo l’eutanasia a centinaia di cani.

Una nuova denuncia per fare chiarezza sulla situazione alla Spa Pau è stata presentata dalla associazione Animal Cross. Il canile di Pau non fa parte della rete della Società protettrice degli animali (SPA) quanto alla confederazione dei canili alla quale la Animal Cross ha di nuovo sollecitato spiegazioni sui fatti accaduti tra il 2010 e il 2013, alla Spa di Pau dovo sarebbero state registrate in modo massiccio delle eutanasie su centinaia di animali, ogni anno.

Benoît Thomé, presidente di Animal Cross, ha dichiarato che in base ai dati ufficiali, in tre anni sono stati soppressi oltre 1700 animali a Pau Berlane.

Il canile è municipale e offre il servizio di accalappiacani e di rifugio. In base alla normativa francese, gli animali approdati nei canili possono essere soppressi solo dopo 8 giorni di permanenza, dando il tempo ai proprietari di ritrovare il loro animale. Dopo questa scadenza, gli animali sono considerati abbandonati e in base alla legge, i veterinari possono sopprimerli. A dire il vero, dal 2014, in Francia, i veterinari delle Spa hanno aderito ad una circolare interna con la quale si sono impegnati a non sopprimere più i cani se non gli esemplari che arrivano nei canili malati, sofferenti e per i quali non possono fare più nulla.

Tuttavia, in base alle testimonianze raccolta dalla Animal Cross, di ex dipendenti del canile di Pau, sarebbero stati registrati dei casi davvero agghiaccianti. “Cuccioli di cani e gatti storditi con l’etere e fatti morire dal freddo nei congelatori”, scrive l’associazione, mentre è stato rilevato che il 56% degli animali ospitati nel canile di Pau sono stati soppressi entro i primi 10 giorni dal loro arrivo, nella maggior parte dei casi, addirittura prima della scadenza degli 8 giorni, alcuni dopo neanche un giorno, altri dopo 3 giorni dal loro arrivo, come documentato dal video denuncia.

Dal 2014, Animal Cross si sta battendo per fare chiarezza. Dopo una prima denuncia, i volontari riuscirono ad entrare nella struttura trovandosi di fronte a centinaia di corpi di cani e gatti, nei congelatori, soppressi in attesa della cremazione. Uno scenario sconcertante per cui fu sciolto il consiglio di amministrazione e molti dipendenti andarono via.

Tuttavia, a distanza di tre anni da una prima inchiesta, la Animal Cross ha presentato una nuova denuncia chiedendo la radiazione del veterinario che tra il 2010 e 2013 ha contribuito alla mattanza e che siano effettuati ulteriori accertamenti, in quanto le indagini condotte dalla polizia risultano piene di lacune. Secondo quanto ha denunciato la Animal Cross e quanto emerge dalla documentazione della Spa, il 91% degli animali sono stati soppressi il giovedì, giorno in cui operava il veterinario accusato di aver ucciso gli animali in modo anche illegale. Alcune testimonianze degli ex dipendenti sono sconcertanti e riguardano il protocollo stabilito dal veterinario, per cui in sua assenza, alcuni addetti dovevano sopprimere gli animali, mettendoli in dei sacchi della spazzatura con l’etere e poi nei congelatori. Ci sarebbero anche agli atti, numerose fatture di acquisto dell’etere in farmacia.

Il veterinario è stato ascoltato dal consiglio nazionale dei veterinari che stanno valutando il caso. Nel frattempo, il suo legale difensore ha sottolineato che il canile in questione era sovraffollato in quanto serviva all’80% dei comuni nella provincia, specificando che il veterinario ha applicato l’eutanasia solo sugli esemplari che erano in pessime condizioni.

L’inchiesta è stata riaperta e l’Animal Crosso promette di voler andare fino in fondo questa volta.

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