Lo nascondeva nello zaino della scuola quando ad un tratto il cucciolo di poche settimane ha iniziato a guaire. La piccola protagonista della storia è una bambina di 4 anni di nome QiQi, residente a Suining, nella provincia dello Sichuan, nel sud-ovest della Cina. La bambina aveva raccolto un cucciolo di randagio che aveva portato con sé all’asilo. Quando la maestra si è accorta del cagnolino, QiQi ha iniziato a piangere, chiedendo di poterlo tenere con sé, spiegando che era buono e che non mordeva per convincere la sua insegnante: “Non gettarlo, non morde”, esclamava in modo convulso la piccola Qiqi. Una volta calmata, QiQi ha raccontato di aver trovato il cucciolo lungo la strada andando a scuola e di essersi spaventata perché temeva che la maestra avrebbe gettato il cucciolo in un torrente vicino l’asilo.
“Le ho detto di venire nel mio ufficio e QiQi continuava a dirmi che il cane mordeva e non gettarlo via”, ha raccontato l’insegnante che ha poi ricollegato il timore di QiQi con il fiume a ridosso della scuola dove la bambina pensava che avrebbe gettato il cucciolo. Forse, la piccola Qi Qi potrebbe aver assisto ad una scena simile, di persone che nei villaggi, come nelle più vecchie tradizioni, si sbarazzano dei cuccioli gettandoli nell’acqua per affogarli.
Il pianto di QiQi è stato ripreso in un video pubblicato lo scorso 7 aprile sul social cinese Weibo. Il filmato nel giro di poche ore è stato visualizzato da oltre 5 milioni di persone che si sono commosse e hanno espresso la propria solidarietà alla piccola Qi Qi, evidenziando il gesto nobile e il bellissimo esempio che ha regalato a tutti.
Il giorno seguente, la nonna di QiQi si è recata a scuola per parlare con l’insegnante. Secondo le indiscrezioni, la bambina di 4 anni si era così tanto legata al cucciolo da aver condiviso con lui il suo lecca lecca per il pranzo.
Quella di Qi Qi e del suo cucciolo sembra una piccola favola che ci riporta indietro nel tempo, in un’epoca che rievoca le poesie di Giovanni Pascoli, quella del fanciullo e del suo rifugio nell’aia con gli animali del cortile. Epoca in cui i bambini andavano a scuola a piedi, lungo i sentieri ed interagivo con la natura in un ambiente che non era ostile. Gesti semplici ai quali non siamo più avvezzi e chi ci portano ad interrogarci sul tipo di spontaneità che i bambini hanno perso senza più essere a contatto con gli animali nel loro quotidiano, esseri che insegnano loro quel linguaggio silenzioso dell’empatia e che nei secoli ha contribuito a sviluppare una sensibilità nuova. Una bellissima testimonianza che ha conquistato tutto il mondo, riportata da importanti testate giornalistiche come il Dailymail. Forse, in un periodo di crisi, in cui prevale la violenza, la società ha bisogno proprio di questi esempi che ci provengono da due esseri innocenti e che mostrano il vero volto dell’umanità.