In Nuova Guinea è stata ‘riscoperta’ una razza di cane considerata ormai perduta da tempo: si tratta del Cane selvatico delle Montagne della Nuova Guinea, in Oceania. Si tratta del canide selvaggio più antico esistente al mondo, e naturalmente anche del più raro. Gli scienziati erano convinti che si fosse estinto, invece una spedizione nelle scorse settimane ha rinvenuto una colonia alquanto folta di questo animale nelle alture dei monti di Puncak Jaya, ad una altitudine di 4500 metri.
Era da 50 anni che non si verificava un simile avvistamento, per giunta talmente ravvicinato: gli studiosi che hanno preso parte alla spedizione hanno infatti documentato il loro incontro ravvicinato con il Cane selvatico delle Montagne della Nuova Guinea producendo fotografie e relazioni in base all’osservazione diretta. Nel 2005 e nel 2012 qualche scatto di questa specie era stato raccolto, ma si era trattato di testimonianze effimere, seppur basate su qualcosa di visivo. Adesso ogni dubbio è stato fugato e si dispone in questo caso anche della riprova del dna.
I cani osservati sono circa una quindicina, tra i quali anche delle femmine incinta. A ridare credito alla possibilità che il Cane selvatico esistesse ancora era stata una impronta nel fango rinvenuta durante lo scorso mese di settembre, che gli scienziati avevano attribuito non senza stupore a questa specie. In tempi relativamente rapidi è stata dunque organizzata una spedizione dell’Università della Papua Guinea, con destinazione le alture della locale foresta, habitat naturale di questo animale.
Alcune telecamere nascoste e l’esame delle feci hanno confermato che il Cane selvatico delle Montagne della Papua Guinea è imparentato con il Dingo, la caratteristica specie canina autoctona della non lontana Australia. Vige anche un rapporto di parentela pure con il Cane canoro della Nuova Guinea, dove i primi esemplari sarebbero giunti circa seimila anni fa. Ma pensate, c’è gente che è disposta a sobbarcarsi un viaggio simile per un cane, quando poi in scenari a noi più familiari succede l’opposto, prutroppo.