Bambina disabile potrà frequentare scuola con il suo cane: la sentenza della Corte Suprema

Bambina disabile potrà frequentare scuola con il suo cane: la sentenza della Corte Suprema

Ehlena Fry è una bambina di 13 anni disabile, affetta da una forma di paralisi celebrale che incide sulla sua attività motoria. Per aiutarla negli spostamenti quotidiani e per diverse necessità, ad Ehlena è stato affiancato un cane di accompagnamento di nome Wonder.

Il fedele cane è sempre al fianco della bambina che aiuta negli spostamenti, a recuperare gli oggetti a terra o aprendogli semplicemente le porte.

Una simbiosi totale, senza la quale la piccola Ehlena sarebbe oggigiorno smarrita. Invece grazie a Wonder la vita che fino ad oggi per lei non era stata clemente, è diventata più facile e allegra grazie a Wonder.

Tuttavia, dal 2012 i genitori di Ehlena hanno lottato affinché la loro figlia potesse frequentare la scuola come tutti gli altri bambini, accompagnata dal suo cane. Ma, la sua scuola elementare nel Michigan aveva vietato l’accesso all’animale in alcune aree, costringendolo l’animale a stare lontano dalla padrona in classe, vietando al cane di seguire la padrona durante l’intervallo, in biblioteca o durante i laboratori d’informatica. Un’azione da parte della dirigenza scolastica con la quale l’istituto toglieva ad Elhena la possibilità di rendersi indipendente, costringendola a cambiare istituto.

La famiglia ha avviato un lungo percorso legale, denunciando la prima scuola di Elhena per discriminazione e danni morali, evidenziando una violazione della Americans with Disabilities Act, con la quale viene autorizzata l’assistenza da parte di animali in tutte le istituzioni.

“Ho visto con i miei occhi come Wonder aiuti mia figlia a crescere in modo più autosufficiente e fiducioso”, ha raccontato la madre Stacy Fry, spiegando quanto sia importante la presenza di un animale nella vita di un disabile.

Lo scorso 26 febbraio, a distanza di quasi cinque anni, la Corte Suprema ha accolto l’accusa dei genitori di Elhena, chiarendo una volta per tutto che “le scuole non possono trattare i bambini con disabilità in modo diverso rispetto agli altri, ostacolando la ricerca della loro indipendenza”.

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