C’è chi vuole il mane di un povero cane di nome Sherman, che tra l’altro non è come tutti i quattrozampe, essendo tripode. Questo bel cucciolone di razza Dogo Argentino è stato preso in cura da una famiglia che sin da subito lo ha voluto con se per donargli l’amore e l’affetto che merita. Ed anche chi lo aveva in cura precedentemente presso il canile di San Vittore aveva dato a Sherman tutto quello che poteva A questo bellissimo cane è stato messo in programma di impiantargli anche una protesi per consentirgli una vita quanto più normale e facilitata possibile, dato il suo handicap che lo limita pure nei più semplici spostamenti. Il tutto è attestato da regolare documentazione rilasciata da un veterinario certificato.
C’è però qualcosa che non va: a detta di chi si è occupato di Sherman nella struttura, sarebbe in corso di svolgimento una sorta di opera coercitiva per far si che l’animale venga tolto al suo proprietario, con cui è molto felicie, oltre che ai volontari che lo hanno visto crescere e continuano a fargli visita nella sua casa, ed al luogo in cui ha sempre vissuto, per portarlo altrove e sottoporlo ad un viaggio stressante. Gli animali infatti non tollerano gli spostamenti al pari degli esseri umani.
Suona strano, ma c’è chi sta insistendo per mettere le mani su Sherman, ignorando completamente gli altri animali ospitati nel canile di San Vittore, molti dei quali sicuramente più bisognosi dello stesso Sherman. Pare che la vicenda abbia intrapreso anche delle antipatiche vie di natura legale, qualcosa di assurdo visto che a tutti gli effetti il Dogo sembra proprio essere felice, è amato e coccolato e non ha mai fatto registrare episodi di maltrattamenti a suo danno.
Anche il Comune di San Vittore non capisce il perché di tutta questa storia da parte di terzi: Sherman è il tipico esempio di politica efficace contro la piaga del randagismo, che da quelle parti si combatte togliendo i cani dalla strada per affidarli al locale canile e predisporli all’adozione, il tutto senza snaturarne il senso di appartenenza con il luogo in cui i cani sono nati e cresciuti. In questo modo poi si riesce anche a favorire una migliore interazione con i cittadini, visto che chi adotta un cane riceve poi 500 euro nei primi due euro come contributo da parte del comune stesso per spese veterinarie e di altro sostentamento.