E’ accaduto lo scorso 2 gennaio ma solo a distanza di un mese alcuni testimoni hanno avuto il coraggio di denunciare la condanna a morte di un meticcio, sentenziata dal suo stesso proprietario, un uomo di 58 anni, che lo ha freddato con un colpo di fucile, in compagnia di un amico.
Secondo le indiscrezioni, riportate dai quotidiani locali, quali l’estense, la vicenda si è svolta in provincia di Modena, all’interno dell’impianto idrovoro del Consorzio della Bonifica Burana, nell’area degli alloggi di servizio dove risiedono alcuni dipendenti dell’azienda.
I testimoni hanno raccontato di aver visto il cane correre come un pazzo, attraversando il consorzio, inseguito dal padrone che impugnava un fucile e da un altro uomo. Poco dopo, hanno affermato di aver sentito degli spari, immaginando quanto fosse accaduto. Infine, si sono insospettiti quando l’uomo ha caricato nella sua automobile un sacco della spazzatura che lasciava dietro di sé delle tracce di sangue e dopo quel giorno non hanno più visto il cane all’interno dell’area.
Solo dopo aver trovato il coraggio, i testimoni, colleghi dell’uomo, hanno deciso di denunciarlo. Non è dato sapere il motivo che lo ha spinto a farlo. La modalità porta a pensare che si possa essere trattato di un gioco di “tiro al bersaglio” oppure di un semplice modo con il quale l’uomo potrebbe essersi sbarazzato di un animale che non era più gradito.
Dopo la denuncia sono scattate le indagini dei Carabinieri che hanno portato alla denuncia del proprietario e dell’altro uomo di 47 anni per il reato di uccisione di animali in concorso.
L’arma del delitto era di proprietà del padrone del cane, detenuta legalmente. Alla luce di quanto emerso, si apprende che gli dirigenti del Consorzio della Bonifica Burana, colpiti da quanto accaduto, avrebbero deciso di prendere provvedimenti contro i due dipendenti: “Esprimiamo tutto lo sdegno per l’inammissibilità del grave fatto compiuto e confermiamo la massima disponibilità e stima nei confronti delle forze dell’ordine che stanno svolgendo le indagini di competenza. Prendiamo le distanze da quanto accaduto e abbiamo già attivato quanto previsto dal contratto di lavoro per i propri dipendenti in ordine all’applicazione dei provvedimenti disciplinari. E’ una situazione delicata che non ci aspettavamo di dover affrontare, in quanto consorzio basato sullo spirito di tutela dell’ambiente, del territorio e delle creature che lo abitano”.