Gatto ucciso con petardi, individuati responsabili: vittima di un gruppo di adolescenti

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By lotta75

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Sconvolgente rivelazione sul caso del gattino randagio ucciso con i petardi a Tortora, in provincia di Cosenza. Il corpo mutilato e senza vita dell’animale fu ritrovato lo scorso 26 dicembre per cui la stessa Aidaa, Associazione Italiana Difesa animali e ambiente, mise una taglia di 10mila euro per individuare i responsabili.

Il caso aveva sollevato lo sdegno e provocato una forte polemica e un dibattito sulla violenza contro gli animali. Come anticipato dall’Aidaa con un post sul suo blog, negli ultimi giorni, gli inquirenti erano sulle tracce dei responsabili. A distanza di una decina di giorni dall’efferato gesto, sono stati finalmente individuati e la notizie di certo è ancor più raccapricciante, scoprendo che, ancora una volta, dietro un’atrocità di questo tipo, vi sia un gruppo di adolescenti.

E’ quanto rende noto l’associazione animalista, che aveva presentato una denuncia e che ha diramato un comunicato col quale sottolinea che i colpevoli sarebbero un gruppo di adolescenti, di età compresa tra i 13 e i 15 anni e ci sarebbero anche delle ragazze.

Tutti minorenni, responsabili di una crudeltà inaudita su un povero animale che si fidava delle persone, tanto da lasciarsi avvicinare per essere poi condannato a quella morte atroce. L’animale era stato imbottito di petardi e fatto esplodere. Il suo corpo dilaniato e bruciato è stato trovato per strada.

Un gesto dal quel emerge senz’altro l’assenza di valore e il non rispetto alla vita.

Secondo le indiscrezioni, trapelate dai media, Lorenzo Croce, presidente Aidaa, aveva confermato che vi era una donna testimone dei fatti e che avrebbe comunicato alle autorità degli elementi per poter risalire ai colpevoli.

“Stiamo aspettando un contatto diretto telefonico che ci confermi quanto ci è stato scritto in merito alle testimonianze che incastrerebbero con nome e cognome i responsabili di tale atto criminale per questo invito i responsabili a presentarsi direttamente alle forze dell’ordine per ammettere le loro responsabilità, sarebbe meglio per tutti e sopratutto per loro stessi e per le loro famiglie”, ha dichiarato Croce, appellandosi al buon senso.

In una nota, l’associazione ha ricordato che “è ancora presto per avere i dettagli” e che “le forze dell’ordine avrebbero già sentito i ragazzini che si sono difesi, affermando di aver trovato il gatto morto e di essere responsabili solo dell’incendio del corpo del gatto e di aver infilato loro in bocca il petardo poi non esploso (fatti comunque gravissimi che meritano una dura punizione)”.
Anche in linea con questa ipotesi, resta dura la condanna dell’associazione, concludendo che “non spetta a noi stabilire come siano andate le cose, ma in qualunque caso il comportamento del branco di adolescenti è inaccettabile, cosi come ci pare inaccettabile che qualcuno in queste ore tenti di fare passare questo fatto come una ragazzata. Si tratta di un reato penale e chiunque ne sia responsabile dovrà essere chiamato a risponderne in maniera durissima. E con lui (o loro) i genitori che coprendo o ancora peggio minimizzando simili malefatte si rendono correi di tali atti di violenza inaudita”.

 

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