Sconvolgente rivelazione sul caso del gattino randagio ucciso con i petardi a Tortora, in provincia di Cosenza. Il corpo mutilato e senza vita dell’animale fu ritrovato lo scorso 26 dicembre per cui la stessa Aidaa, Associazione Italiana Difesa animali e ambiente, mise una taglia di 10mila euro per individuare i responsabili.
Il caso aveva sollevato lo sdegno e provocato una forte polemica e un dibattito sulla violenza contro gli animali. Come anticipato dall’Aidaa con un post sul suo blog, negli ultimi giorni, gli inquirenti erano sulle tracce dei responsabili. A distanza di una decina di giorni dall’efferato gesto, sono stati finalmente individuati e la notizie di certo è ancor più raccapricciante, scoprendo che, ancora una volta, dietro un’atrocità di questo tipo, vi sia un gruppo di adolescenti.
E’ quanto rende noto l’associazione animalista, che aveva presentato una denuncia e che ha diramato un comunicato col quale sottolinea che i colpevoli sarebbero un gruppo di adolescenti, di età compresa tra i 13 e i 15 anni e ci sarebbero anche delle ragazze.
Tutti minorenni, responsabili di una crudeltà inaudita su un povero animale che si fidava delle persone, tanto da lasciarsi avvicinare per essere poi condannato a quella morte atroce. L’animale era stato imbottito di petardi e fatto esplodere. Il suo corpo dilaniato e bruciato è stato trovato per strada.
Un gesto dal quel emerge senz’altro l’assenza di valore e il non rispetto alla vita.
Secondo le indiscrezioni, trapelate dai media, Lorenzo Croce, presidente Aidaa, aveva confermato che vi era una donna testimone dei fatti e che avrebbe comunicato alle autorità degli elementi per poter risalire ai colpevoli.
“Stiamo aspettando un contatto diretto telefonico che ci confermi quanto ci è stato scritto in merito alle testimonianze che incastrerebbero con nome e cognome i responsabili di tale atto criminale per questo invito i responsabili a presentarsi direttamente alle forze dell’ordine per ammettere le loro responsabilità , sarebbe meglio per tutti e sopratutto per loro stessi e per le loro famiglie”, ha dichiarato Croce, appellandosi al buon senso.