Una sentenza della Cassazione ha reso noto che l’uso del collare elettronico applicato nell’addestramento dei cani equivale al perpetrare un maltrattamento vero e proprio nei confronti dell’animale. L’alta corte ha avallato la condanna decisa l’anno scorso dal Tribunale di Trento contro il proprietario di un segugio italiano utilizzato nell’attività venatoria. Si tratta della sentenza è la 50491 depositata il 29 novembre 2016. Soddisfazione è stata espressa da Piera Rosati, presidente della LNDC: “La Lega Nazionale per la Difesa del Cane accoglie con felicità quanto successo.
E’ importante che la Legge si schieri in favore dei diritti degli animali, e strumenti controversi come i collari elettronici vanno banditi immediatamente dal commercio e dalla vendita. Si tratta di aggeggi studiati soltanto per infliggere sofferenze e dolore. E’ stato appurato che le scariche elettriche non solo causano del male fisico al cane ma si ripercuotono in maniera irreparabile anche sulla sua salute psichica. Ed ai cacciatori, i principali fruitori di questo becero metodo di addestrare i loro cani, andrebbe ricordato che la pena riservata a chi si comporta in questo modo prevede multe salate ed il carcere.
Dovrebbero capire che si tratta di un reato in piena regola, perseguibile penalmente. Da decenni esistono metodologie per ammaestrare i propri quattrozampe non cruente e più efficaci, i quali risultano anche più producenti per quanto riguarda l’aspetto affettivo e relazionale dell’animale. Bastonare un cane con l’elettricità appartiene alla credulità popolare ed è un qualcosa che è figlio della ignoranza. Invece la collaborazione reciproca è la strada maestra, proprio come si farebbe con un bambino.
Pensare che il collare elettrico possa risultare utile per educare un cane equivale a credere ancora alla stregoneria. Il cane smette di provare dolore soltanto quando ubbidisce, ma questa non è educazione: è maltrattamento. E lo stesso vale per la catena. E’ perciò giunto il momento di cambiare le cose.