Ancora una volta l’ENPA si trova a dover andare al muro contro muro con un ente istituzionale: stavolta l’associazione nazionale che di prefigge di garantire la protezione e la tutela dei diritti degli animali è costretta suo malgrado ad alzare la voce nei confronti della Regione Trentino, dopo che in Consiglio dei Ministri è stato approvato un controverso decreto legislativo che favorisce oltremodo i cacciatori delle province di Trento e Bolzano.
In pratica chi svolge attività venatoria su quel territorio sarà libero di poter uccidere la fauna che è invece normalmente protetta in tutto il resto d’Italia. In soldoni, le specie protette non esistono in Trentino-Alto Adige.
Ed ora migliaia tra marmotte, stambecchi, faine, tassi ed altri animali si troveranno esposti alle doppiette degli spregiudicati cacciatori. Tutta colpa di un provvedimento che l’Ente Nazionale Protezione Animali non esita a giudicare “incostituzionale”, alla luce di numerose sentenze emesse dalla stessa Corte Costituzionale, e che quindi va specificamente contro una fitta schiera di norme e regole ben precise.
L’ENPA fa sapere: “Ancora una volta siamo costretti a registrare l’abissale divario che il Governo ha scavato rispetto alla sensibilità e alle richieste dell’opinione pubblica in materia di tutela degli animali. Un divorzio che appare insanabile e che non trova nessuna giustificazione se non quella legata alla ricerca del consenso politico” conclude il comunicato della Protezione animali”.
Di recente sono stati tantissimi i motivi di discussione tra le diverse associazioni animaliste e gli enti pubblici locali e nazionali. Si è ad esempio dibattuto con toni accesi sul famigerato provvedimento che avrebbe dovuto introdurre una tassa sugli animali non sterilizzati (emendamento poi ritirato dalla Manovra Finanziaria) oppure su certe decisioni alquanto controverse che favorirebbero in maniera palese la pratica della uccellagione in Friuli, nonostante anche in questo caso ci siano delle precise disposizioni a livello nazionale ed europeo.