Un cortometraggio, pluripremiato nei festival indipendenti, realizzato dal regista canadese Maxime-Claude L’Ecuyer che narra cosa rappresenta l’eutanasia per mettere fine alla sofferenza di un compagno a 4zampe, ormai arrivato alla fine del suo percorso di vita oppure colpito da una grave malattia.
A volte preferiremo che i nostri amici pelosi, ci lascino nella notte, senza dover prendere una scelta. Eppure, spesso, l’accanimento terapeutico è solo un prolungamento del loro dolore, un mantenere in vita un essere che chiede solo di andarsene. Dire loro addio è uno dei momenti più drammatici nella vita di una persona anche se è un evento al quale il proprietario di un animale dovrà prepararsi. E’ piuttosto comune sentire delle persone che, dopo la perdita di un animale, rinunciano ad accoglierne altri, per non rivivere lo stesso dolore. Il lutto per un animale domestico è importante e negli Stati Uniti e in Giappone, le aziende prevedono un congedo.
Nella vita l’unica cosa certa è proprio la morte e la condizione umana deve imparare a convivere con questo concetto che scaraventa l’umano pensiero in dimensioni ignote, sconosciute. Proprio per questo l’uomo la teme: quel nulla dell’esistenza che ci separa e allontana dagli affetti. Ma l’attaccamento, spesso è una scelta egoista e imparare a lasciare andare le persone o gli esseri che si amano insegna ad apprezzare ogni istante che viene condiviso assieme a loro e a riviverlo nei ricordi di quello che ci hanno lasciato.
“Quando si parla del doglio di un animale, c’è una specie di tabù. Le persone che non hanno mai provato questo sentimento lacerante tendono sempre a minimizzarlo, dicendo ‘dai, ne prenderai un altro’. Ho voluto mostrare il percorso interiore di una decisione di questo tipo”, ha dichiarato il regista.
Sul web ci sono state numerose testimonianze di chi ha dovuto dire addio all’amico a 4zampe, quel compagno silenzioso che sapeva interpretare gentilmente lo sguardo del suo padrone, presente in ogni momento, regalando allegria. Tra queste, una lettera commovente che una persona ha scritto, pensando a come il suo cane ha vissuto il suo ultimo giorno di vita .
In questo cortometraggio che vi proponiamo, il punto di vista è quello dei sentimenti interiori vissuti da una persona. Il regista focalizza con intensità ogni dettaglio importante nella vita condivisa con un animale: quelle abitudini, quegli oggetti come il guinzaglio o il collare, le carezze, la sintonia e l’intimità nelle passeggiate. Momenti che fanno parte di un quotidiano al quale dover dire addio e la scelta di farlo, prendendo coscienza che l’animale non ce la fa più, non mangia, non cammina. Una dignità violata perché portata avanti con terapie e farmaci che rimandano di qualche settimane, un mese o anche un giorno, quel momento straziante che un padrone non vorrebbe mai affrontare.