Lotta al randagismo: un migliaio di cani uccisi per avvelenamento in Pakistan. La strage continua

Lotta al randagismo: un migliaio di cani uccisi per avvelenamento in Pakistan. La strage continua

@Getty images
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E’ stato avviato il piano di contenimento del randagismo in Pakistan dove a Karachi oltre un migliaio di cani sono già stati uccisi nelle ultime ore per avvelenamento dagli agenti municipali.

Il governo locale dopo numerose denunce dei cittadini che hanno lamentato aggressioni a donne e bambini ha stabilito una vera e propria strage per limitare il fenomeno dei cani erranti. Secondo le indiscrezioni, in una prima fase di attuazione del programma del Comune sarebbero stati uccisi 10150 cani e il piano prevede l’eliminazione di oltre 20 mila esemplari.
Alcuni dirigenti hanno riferito che la strage sarebbe inevitabile in quanto la città non ha risorse per dare vita ad un piano di contenimento che prevede la creazione di canili o campagne di sterilizzazioni: “Se ci fossero delle risorse o altre opzioni le avremmo attuate. Mi piacerebbe pensare ad altre soluzione, dopo tutto anche loro sono degli esseri viventi”, ha commentato Rehan Hashmi, il governatore locale.

In base ai dati ci sarebbero ben 35 mila randagi a Karachi e ogni anno vengono segnalate 15mila aggressioni e morsi di cani.

Purtroppo in molti paesi asiatici, non vi è il concetto di tutela e benessere degli animali, come dimostratosi recentemente in India con la protesta di un gruppo di parlamentari che a Kottayam, nel Kerala, hanno protestato contro il randagismo, uccidendo una decina di cani, durante la manifestazione, portando i corpi dei poveri animali, uccisi a bastonate, esponendoli come trofei.

Inoltre, in alcuni di questi paesi dove vi è una prevalenza di focolai musulmani, la stessa religione islamica considera i cani come “esseri impuri” e pertanto non vengono accolti nelle famiglie e si rivela difficile sviluppare delle iniziative mirate alle adozioni degli esemplari ospitati nei rifugi.

Le associazioni animaliste sul territorio come anche un manipolo di attivisti e veterinari si stanno battendo per tutelare e salvare i randagi condannati ad una morte atroce. Solo poche famiglie delle classi più elevate hanno cani domestici o per la difesa delle abitazioni ma non fa parte della cultura del paese adottare cani.

Sul web stanno circolando diversi video di denuncia e migliaia di commenti d’indignazione. Tra gli utenti che hanno commentato le terrificanti immagini condivise da un giornalista locale, Omar Quarishi, c’è chi ha scritto che i media simpatizzano con i randagi solo al momento dello sterminio e non quando sono soli, lasciati per le strade, affamati. L’elemento più sconcertante sono i commenti positivi di chi approva il lavoro effettuato dagli agenti municipali, come un utente che ha chiosato “finalmente una cosa giusta è stata fatta”, mentre c’è chi propone di vendere i randagi al mercato cinese per il consumo della carne di cane.

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