Nuovi sviluppi sul caso del bambino di 18 mesi sbranato da i due dogo argentini del padre, in una villa a Mascalucia, in provincia di Catania, in Sicilia. Inizialmente era stato ipotizzato il reato di omicidio colposo per cui era indagata per il reato di abbandono di minore, anche la madre che in un primo momento si pensava avesse lasciato il bambino incustodito. Ma in base alla nuova versione dei fatti, il bambino era tra le braccia della donna, quando i due cani, addestrati per fare la guardia, lo hanno aggredito. E’ stata inoltre effettuata un’autopsia sul corpo del bambino per accertare le modalità e le cause della morte. La donna, ancora sotto shock, si è avvalsa del diritto di non rispondere, in quanto non è ancora tornata in pieno possesso delle sue facoltà mentali.
E’ancora incerto il destino dei due cani che potrebbero essere soppressi o inseriti in un percorso di riabilitazione, per cui molte associazioni, tra cui l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) hanno chiesto di poter prendere in carico i due animali per rieducarli ed evitare la loro soppressione.
Al contempo, è stata lanciata una petizione su Change.org, intitolata “Centro Riabilitativo per i Dogo argentino di Mascalucia“, all’insegna dello slogan “No all’abbattimento. Sì alla riabilitazione”.
Nel testo della petizione viene evidenziato che “il Dogo Argentino è un nobile cane agile e giocoso, è un compagno fedele in grado di stabilire con l’uomo un rapporto di complicità e affetto profondo. Nonostante l’aspetto aggressivo e burbero, è docile, astuto e affettuoso, ma va educato fin da cucciolo al rispetto dei ruoli e degli spazi”.
“Nessuno vuol essere giudice e giustiziere, ma tanti in Italia hanno un Dogo Argentino, ed ogni famiglia è composta da bimbi, madri e padri. Ci leghiamo al dolore della famiglia di Mascalucia, ma vogliamo evitare che altro sangue possa esser sparso per questa vicenda. Per questa ragione invochiamo perdono per i due Dogo Argentino! Chiediamo che possano essere trasferiti e seguiti in un Centro Cinofilo di Riabilitazione”,conclude la petizione.
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