A riflettori spenti, proseguono gli interventi delle organizzazioni animaliste come la Humane Society International (Hsi), nei paesi asiatici, mirati a smontare il commercio illegale della carne di cane, bloccando mezzi privi di autorizzazioni e intercedendo presso gli allevamenti, riscattando i cani e aiutando gli imprenditori a riconvertire le loro attività.
In questo scenario, dopo il Festival della Carne di Cane di Yulin in Cina, l’attenzione si è spostata in Corea del Sud dove, in questo periodo, si verifica il maggior consumo di carne di cane.
Sul tema però è intervenuto il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un, che ha fatto un discorso a favore del consumo della carne di cane che ha definito superfood, ovvero un cibo altamente nutriente.
Un discorso rivolto alla popolazione per incoraggiarne il consumo tra i nordcoreani che muoiono di fame, nel quale i dittatore senza scrupoli ha addirittura suggerito di ammazzare i cani a bastonate per rendere la carne più saporita.
Gli sforzi delle organizzazioni animaliste vengono vanificati dalla politica propagandistica del dittatore tramite vari canali mediatici tra cui quello di DPRK Today, un canale YouTube nel quale è stato diffuso il video di Kim Jong-un che spiega come la carne di cane abbia più vitamine di quella di tutti gli altri animali. Inoltre, in un altro video vengono spiegate le modalità con le quali uccidere un cane e cucinare la carne, suggerendo di ammazzare l’animale a bastonate, per rendere la carne migliore e di rimuovere la pelle prima di cuocere la carne. Non a caso, dai media nordcoreani è emerso che, nel mese di luglio, si sono svolte numerose gare culinarie con la carne di cane come piatto principale.
Il quotidiano britannico ibtimes.co.uk ricorda che il consumo di carne di cane in Corea risalirebbe addirittura al periodo del neolitico con insediamenti a Changnyeong, nella provincia di South Gyeongsang in Corea del Sud dove sono stati accertati tramite gli scavi che i cani erano parte di un alimento di base.
In Corea del Sud questa tradizione è contestata da un numero crescente di animalisti denunciando non solo la pratica crudele con la quale vengono uccisi i cani per avere una carne migliore, ma anche problemi igenico sanitari degli allevamenti.