Storie che non vorremo sentire, evitando di leggerle, di ascoltarle, rifiutando la verità, chiedendo di non riportare queste notizie “perché alcune persone potrebbero imitare”. Ma che siano riportate o no, queste atrocità purtroppo esistono e quello che viene segnalato è sicuramente l’1% di quello che accade realmente nel Belpaese. Diffondere la verità aiuta a denunciare questi casi e a sensibilizzare l’opinione pubblica, mostrando gli orrori di cui sono vittime i nostri compagni a 4zampe. Restare nel silenzio è un atteggiamento omertoso e chi è responsabile di un tale gesto deve poter leggere ovunque il reato che ha commesso affinché sappia non solo che viene considerato dalla società “una persona pericolosa” con deviazioni mentali e che a differenza di lui, che è un individuo solo, la sua vittima ha migliaia di persone pronte a difenderla.
Dopo il caso raccapricciante e clamoroso di Angelo, il randagio impiccato e ucciso a bastonate a Sangineto, il tutto ripreso da un video e altri casi simili riscontrati in Calabria, in un altra regione, in provincia di Pescara, in Abruzzo, a Spoltore un cane randagio, di tre anni, di nome Junior, noto dai residenti di un quartiere, è stato ucciso con le stesse modalità.
Il cane, amato dai cittadini che si prendevano cura di lui, è stato ritrovato morto, con la carcassa gettata dentro una busta e lasciata nei pressi della Motorizzazione civile.
Dai primi accertamenti sarebbe emerso che il cane sia stato strangolato con un filo di ferro, probabilmente attraverso impiccagione.
Sdegno e rabbia dei residenti che adesso chiedono giustizia per Junior: “Era un cane buono con i bimbi, socievole con gli adulti, giocherellone con i gatti. Tra l’altro era diventato la mascotte non solo del quartiere, ma anche dei bambini che qui venivano a fare il ciclo del pane e dell’olio con le scuole”, ha dichiarato un cittadino, Luciano Troiano, che ha ritrovato il corpo di Junior e denunciato il caso ai Carabinieri che ora stanno indagando.
Alla luce di tutti questi casi di violenza contro gli animali – frutto di arcaici retaggi culturali per cui la vita di un animale non ha importanza al di fuori della sua utilità o vittime di deviazioni mentali di individui pericolosi anche per la stessa società civile- il Movimento Cinque Stelle ha presentato alla Camera una proposta di legge per l’inasprimento della pena del reato di maltrattamenti e uccisione di animali.
La legge attuale prevede da 3 a 18 mesi di carcere o un’ammenda pecuniaria (da 5.000 euro a 30.000 euro), mentre in altre nazioni europee come Francia, Germania, Svizzera e Svezia, oltre al carcere vi è anche l’ammenda, ricordano i parlamentari stellati che chiedono pertanto che l’arresto non possa essere commutato in pena pecuniaria.
Inoltre, nella nuova proposta di legge viene introdotta l’attivazione di percorsi rieducativi per chi commette queste violenze, ad esempio in canili o altre strutture, le nuove fattispecie di reato come il maltrattamento sessuale di animali, l’organizzazione di spettacoli vietati (ad esempio i combattimenti), la sospensione dell’attività per allevatori e imprenditori condannati per crimini contro gli animali.
Infine, i cinque stelle hanno inserito anche il reato di maltrattamento colposo, perpetrato ad esempio da chi lascia un animale in macchina ad altissime temperature e ne provoca la morte, anche involontariamente.