Strage di cuccioli in un rifugio a Francofonte: sbranati da cani da combattimento

Strage di cuccioli in un rifugio a Francofonte: sbranati da cani da combattimento

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Una scena agghiacciante a Francofonte in provincia di Siracusa dove un’associazione animalista, la Tara Green World, riferisce di una vera e propria strage di cuccioli che si è verificata sabato scorso nel rifugio dell’associazione.
Stando a quanto riferiscono i volontari, sei cuccioli salvati dalla strada e curati da una gastroenterite, prossimi all’adozione, sono stato oggetto di un macabro divertimento messo in atto da alcuni malviventi che all’ora di pranza, in assenza dei volontari, si sono introdotti nella struttura scagliando alcuni cani da combattimento contro i cuccioli.
I volontari, al loro ritorno, si sono trovati dinanzi ad una mattanza, con i cuccioli morti, stesi in una pozza di sangue.
Un gioco e una prova di addestramento per i cani da combattimento che ha colpito piccole creature innocenti, vittime di tutta la crudeltà dell’uomo.
I malviventi non hanno però fatto i conti con alcuni esemplari adulti ospitati nel centro che hanno cercato di difendere i più giovani, ferendo con molte probabilità un cane da combattimento che è riuscito a scappare, mentre la banda di criminali li ha colpiti a bastonate, ferendoli.

“Abbiamo la certezza che il cane dei loschi individui sia stato ferito e temiamo per la sua vita… un cane da combattimento ferito non è più utile… deve essere eliminato!! Il cane da combattimento è molto probabilmente un cucciolo, di colore chiaro ed è ferito. Stiamo cercando il cane utilizzato per la mattanza, sperando che sia ancora vivo. Chiunque avvisti un cane dal mantello chiaro, cucciolo (dai 4 ai 12 mesi) ferito, non esiti a comunicarcelo tempestivamente”, denunciano i volontari, spiegando in un post che “non è possibile fornire ulteriori informazioni ai fini di tutelare gli animali e per evitare di intralciare le indagini già in corso”.

Ovviamente il caso ha sollevato una vasta polemica sull’assenza delle istituzioni nella lotta a queste bande criminali.

Nel post condiviso dall’associazione con fotografie agghiaccianti dell’orrore commesso, non mancano i commenti di alcuni esponenti animalisti, tra cui Salvatore Libero Barone il quale sottolinea che le autorità anziché aiutare chi si batte ogni giorno per la tutela degli animali, viene accusato di mancanze in materia di norme sulla sicurezza: “Vi diranno che non li avete protetti abbastanza, che bisognava installare delle telecamere o chiudere gli accessi con delle grate in ferro o con delle porte blindate. Viveteci voi qui, che non fai in tempo a salvarne un paio che te ne ritrovi davanti una dozzina. E ancora e ancora, nel nulla istituzionale e nel vuoto cittadino. Improperi legittimi a parte, non si dirà (meno che meno, si farà) nulla o quasi sui troppi delinquenti a piede libero, sull’assenza di controlli, sulla certezza della (non) pena, sull’omertà diffusa del resto della gente che continua a rendersi complice, proteggendo, tollerando e alimentando questo enorme, enorme schifo. Solo un appunto, se mi permettete: dite che sono in corso le indagini, ma è ormai ben chiaro a tutti che Questa gente in Questo sistema non pagherà mai. Mai.”, ha scritto Barone.

Una realtà terrificante alla quale ogni giorno devo far fronte centinaia di volontari che in alcune aree del paese vengono lasciati troppo spesso soli a combattere dei fenomeni che sconfinano nell’illegalità.

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