Non c’è stato nulla da fare per Csinska, la cavalla affetta da Anemia Infettiva Equina in Ungheria (AIE), per la quale era stata avviata una petizione e una richiesta alle autorità italiane affinché intervenissero per salvare l’animale.
Secondo quanto si apprende, la cavalla è stata abbattuta venerdì scorso, nonostante la disperazione della famiglia che per salvarla si era rivolta all’associazione Italian Horse Protection.
ENPA, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Italian Horse Protection e Progetto Islander avevano interpellato il Ministero della Salute italiano, il Sottosegretario De Filippo e il Direttore generale della sanità animale Silvio Borrello, ma anche l’On. Giuffrida, Vice Presidente Intergruppo Benessere Animale presso il Parlamento Europeo, l’ambasciatore ungherese in Italia, nonché le autorità locali e nazionali ungheresi.
Ma le Istituzioni hanno risposto con un rifiuto e le autorità ungheresi non hanno neanche considerato proposte alternative come il trasferimento della cavalla presso il Centro autorizzato di IHP, che gestisce cavalli affetti da AIE.
Sul caso c’è stato anche il silenzio dei media ungheresi. Una crudeltà per le associazioni che hanno ricordato come uccidere l’animale sia stata una misura inutile e non necessaria, sottolineando che alcuni studi recenti hanno dimostrato che i cavalli sieropositivi non rappresentano un pericolo grave di contagio per gli altri animali o per gli umani.
Un triste esempio di come le autorità non tutelino non solo il benessere dell’animale, ma anche la volontà delle persone e gli affetti individuali. La cavalla era stata salvata una prima volta da una condizione di maltrattamento.Questa volta, per lei non c’è stato nulla fare. Una vera e propria ingiustizia.