Si apre il 9 marzo al tribunale di Brescia, il processo bis a Green Hill che vede come imputati due veterinari dell’Asl di Brescia e tre dipendenti della società Green Hill 2001 srl, che allevava a Montechiari, cani di razza beagle destinati alla sperimentazioni in laboratori di tutta Europa.
Alla vigilia del processo, non mancano le polemiche e la stessa società ha riferito di prendere atto “che la Lav alimenta tensioni tra le parti cercando di influenzare l’opinione pubblica accusando gli imputati di colpevolezza prima che il processo abbia inizio”.
Nei giorni scorsi, la Lega antivivisezione aveva ripercorso la storia del processo, con tanto di diffusione di documenti, fotografie e video dell’allevamento, girati dal Corpo forestale, ricordando che i due veterinari pubblici, “omettevano “sistematicamente di effettuare i controlli previsti… nonché comunicava in anticipo alla Green Hill 2001 Srl le ispezioni programmate dalla Asl di Brescia, nonché dalle Autorità Sanitarie Regionali e del Ministero della Salute”.
I tre dipendenti dell’allevamento dovranno invece rispondere di falsa testimonianza.
“Sugli imputati pesa come un macigno la recente sentenza della Corte d’Appello di Brescia (23 febbraio 2016), che ha messo il sigillo della certezza sui maltrattamenti e le uccisioni ingiustificate all’interno di Green Hill, accertando, attraverso prove schiaccianti, le indubbie responsabilità dei vertici dell’allevamento già oggetto di condanna in primo grado. Ci auguriamo che attraverso questo nuovo processo oltre a tutte le responsabilità degli esecutori, si arrivi al più presto ad accertare anche quelle degli altri soggetti coinvolti nei controlli considerando la gravità dei reati riscontrati già nel processo di primo grado che ha sancito come: ‘inaffidabili gli accertamenti dei veterinari pubblici e i relativi 67 sopralluoghi’; ’gli accertamenti svolti dal Dott. S. (Asl) sono certamente da escludere tra le fonti degne di credibilità ’. Riguardo alla dott.ssa G. (Asl) ‘le confidenze tra lei e i vertici di Green Hill (attestate dalle mail in atti) pongono in serio dubbio le sue dichiarazioni laddove ha riferito di un ‘allevamento ben organizzato con animali in condizioni normali’, realtà invero contraddetta da quanto accertato in esito al sequestro dell’allevamento”, ha scritto in una nota la Lav.
La Lav ha ricordato che i sopralluoghi erano preannunciati a Green Hill anche se in taluni casi eseguiti da organi terzi.
Ecco uno dei video pubblicati dalla Lav, in cui si vede una fattrice di beagle fare andare avanti e indietro nella gabbia, fino a farsi sanguinare le zampe.