Cavalla affetta da Anemia infettiva condannata all’eutanasia. L’appello per salvarla

Cavalla affetta da Anemia infettiva condannata all’eutanasia. L’appello per salvarla

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Nelle ultime settimane le associazioni animaliste hanno lanciato un appello al Ministero della salute per salvare la vita di una cavalla che, in Ungheria, rischia di essere abbattuta perché affetta dalla Aie, l’anemia infettiva.

In prima linea la Lega nazionale per la difesa del cane (LNDC) e la Italian Horse Protection che ha chiesto di poter accogliere la cavalla in un centro in Italia.

L’esemplare di nome Csinszka dopo una serie di controlli è risultata positiva all’Aie, ma in percentuali così basse che sono consentite in Italia, dove equidi affetti da Aie non rischiano più di essere abbattuti e possono continuare a vivere in determinate condizioni: ovvero in zone isolate o a minimo 500 metri da altri animali e sotto controllo sanitario.

Tuttavia, i proprietari della cavalla non intendono farla morire e si sono rivolti all’associazione animalista chiedendo aiuto per poterla salvare e trasferirla in una struttura autorizzata.

Piera Rosati, Presidente Nazionale di LNDC, ha scritto una lettera al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, affinché sia concessa una deroga per salvare la cavalla in quanto il direttore generale del farmaco del ministero della Salute ha respinto la richiesta.

La replica del ministro non si è fatta attendere e in una nota ha spiegato che sta facendo ogni sforzo per salvare la via a Csinska, annunciando che lo stesso Direttore Generale Silvio Borrello, Capo servizio veterinario italiano, ha scritto al suo omologo ungherese, affinché l’Ungheria adotti le misure applicate in Italia. Inoltre, Borrello ha anche sollecitato la rappresentanza italiana a Bruxelles, per far sì che le Autorità sanitarie ungheresi sospendano l’abbattimento mentre sarà cercata una soluzione.

Atteso per martedì 1 marzo un incontro a Bruxelles sul tema.

Tuttavia, il ministero ha sottolineato che il trasferimento dell’animale in Italia è impossibile, in quanto “alla luce della normativa vigente, non sono possibili deroghe per il trasporto da un Paese all’altro: il veterinario ungherese dovrebbe dichiarare che l’animale è esente da malattie previste dalla dir. 2009/156 e rilasciare apposito certificato”.

 

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