Di sicuro in molti non avranno il coraggio di vedere con i propri occhi, gli orrori perpetrati nei macelli di cani in Cina, documentati da un video denuncia, girato sotto copertura da Animal Equality.
L’indagine è stata condotta dall’organizzazione animalista che, lo scorso 17 dicembre, ha consegnato la petizione avviata nel 2013, nell’ambito della Campagna internazionale Senza Voce con la quale sono state raccolte 580.694 firme, all’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Madrid, per chiedere una legge che in Cina vieti il commercio di carne e pellicce di cani e gatti in Cina.
Parallelamente alla campagna internazionale SenzaVoce, sono state promosse ben quattro indagini con le quali è stato mostrato al mondo intero, la violenza di una crudeltà impensabile nei riguardi degli animali da compagnia. E proprio a ridosso della consegna firme, è stata presentata la quarta indagine, condotta grazie al supporto di attivisti locali, che si sono infiltrati nella rete dell’industria delle pellicce di cane e gatto a Jining, Foshan e Jaixing.
Un orrore al quale contribuiscono commercianti senza scrupoli che vendono articoli in pelo di cane e gatto, molti dei quali realizzati con l’utilizzo della pelliccia di diversi animali, un negozio in cui si vende abbigliamento per bambini realizzato con pellicce di gatto.
Cani e gatti ammassati in piccole gabbie di metallo e animali feriti con ossa rotte, destinati ad atroci sofferenze in attesa del macello, dopo che vengono gettati dai camion.
Non contenti di questo, i cani vengono colpiti sulla testa con bastoni, altri vengono sgozzati. Scene raccapriccianti con esemplari che hanno anche dei collari, per cui sicuramente appartenevano a qualcuno. Infatti, questo commercio, include anche un traffico illegale e nella rete rimangono vittime i randagi o cani che vivono nei villaggi e che vengono rubati. Ultimamente, in Cina è esplosa la rabbia di alcuni residenti di un villaggio che hanno assalito e ucciso uno di due ladri di cani (clicca qui)
“È importante sottolineare che il numero di attivisti e persone comuni di nazionalità cinese che protestano contro queste atrocità cresce velocemente”, ha tenuto a dire Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia, ricordando che “in Cina purtroppo non esistono leggi che proteggano gli animali e, a quanto ci assicurano gli attivisti cinesi, la pressione internazionale può svolgere un ruolo molto importante per spingere il governo locale a porre fine a questa crudeltà”.
Se in Cina vengono uccisi circa 10 milioni di cani per la loro carne e la loro pelliccia, in Europa il commercio di pelli di cane e di gatto è vietato dal 2008, anche se questi prodotti sono spesso presenti negli indumenti sotto falsa etichettatura.
Clicca qui per vedere il video. Ricordiamo che la visione del filmato può perturbare animi sensibili con scene cruenti.