Quello degli allevamenti di animali da pelliccia è un tema più attuale che mai e non a caso, recentemente la Olanda ha vietato quelli da visione, in quanto il benessere degli animali non viene rispettato (clicca qui). La stessa organizzazione animalista Peta è promotrice di battaglie Fur Free e quest’anno ha trovato un testimonial d’eccezione nella pop star Sia che ha prestato un suo brano “Free the Animal” per uno spot d’animazione di denuncia.
Nel video vi è la parodia di una sfilata nella quale si sono invertiti i ruoli: ovvero gli animali indossano pezzi di corpo umano e sfilano sulle passerelle.
Lo stilista è una foca che incoraggia ad esplorare i retroscena della moda per la quale ogni anno vengono uccisi decine di migliaia di cuccioli di foca soprattutto in Canada. Ad incarnare le vesti di queste piccole creature, una bambina, nuda, spaventata a morte, dietro le sbarre di una gabbia, in attesa di essere uccisa per il superfluo.
Sia ha donato il suo single per la campagna di sensibilizzazione di Peta. Il video di animazione è stato realizzato a Pechino dall’agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather.
Grazie alle battaglie di Peta sono state fatte delle pressioni su UE, Russia e Stati Uniti per proibire l’importazione delle pelli di foca, denunciando e sensibilizzando l’opinione pubblica, mostrando le crudeltà perpetrate contro questi animali maltrattati, rinchiusi in delle gabbie ristrette dove impazziscono.
Dalle volpi ai visoni, passando per serpenti, pecore prese a botte durante la tosatura oppure oche spennate vive. Atrocità commesse dall’uomo per arricchire l’industria della moda.