Il macello degli orrori: quello che non vorremo mai vedere

Il macello degli orrori: quello che non vorremo mai vedere

mucca

Sembrava un argomento archiviato quello della tutela del benessere animale negli allevamenti del Belpaese, dopo la serie di scandali emersi nel Nord Italia qualche anno fa.

Purtroppo un’inchiesta condotta dalla magistratura di Brescia ha fatto emergere gli orrori perpetrati in un macello di Ghedi dove le mucche venivano trascinate con delle catene, trasportate con un muletto e gettate a terra per poi essere spinte con la forca.

Delle vere e proprie torture e maltrattamenti ai quali si aggiunge la scoperta di batteri cinquanta volte superiori a quelle consentiti dalla legge, secondo le analisi di laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Torino.

Lo scorso 9 novembre 2015, il pm Cassiani ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per due veterinari, tra i quali un veterinario della Asl di Leno, già coinvolto in un’inchiesta su un allevamento abusivo di cani a Isorella che avrebbe minacciato una collega chiedendo di “allentare i controlli sul macello Italcarni o altrimenti passerà dei guai”. Chiesto il rinvio anche per i dipendenti del macello mentre il proprietario di Italcarni Osio ha chiesto il patteggiamento.

Quello che lascia parole, è la sofferenza di decine di animali, provenienti dagli allevamenti intensivi, stremate dai ritmi di produzione, che a soli quattro anni non riescono a stare in piedi. Per essere portare al macello venivano trascinate e pungolate con la forca. Una serie maltrattamenti che secondo la procura hanno contaminato la carne. Oltre a cariche batteriche 50 volte superiori a quelle consentite, sono stare riscontrate due salmonelle pericolosissime per la salute, come il Livingstone e l’Agama.
“Uno strazio che lascia senza parole. Questo era il macello Italcarni di Ghedi. Il nostro portavoce alla Camera Claudio Cominardi aveva anche presentato un’interrogazione in merito. Ad oggi, nessuna risposta. Ma almeno il processo accerterà le responsabilità di chi ha permesso tutto questo”, ha commentato Vito Crimi, senatore bresciano del Movimento cinque stelle.

Dal canto suo, la Lav chiede l’intervento del governo: “Chiediamo al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di istituire con urgenza una commissione di inchiesta sulla situazione degli animali a fine carriera negli allevamenti e nei mattatoi per riportare la legalità e il rispetto delle leggi e delle condizioni degli animali nell’industria zootecnica”,ha dichiarato Roberto Bennati, vicepresidente della LAV.

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