Siamo arrivati allo scontro aperto tra le associazioni animaliste la federazione dei cacciatori per il caso di Adamas, il border collie di due anni, ucciso la scorsa settimana, da un cacciatore, mentre era a passeggio con il suo proprietario, nelle campagne di San Daniele (clicca qui). L’elemento più aberrante di tutta la vicenda è stato che il cacciatore nonostante le urla del proprietario che intimava il cacciatore a fermarsi, dopo il primo sparo, ha inflitto un secondo colpo mortale all’animale che era stato ferito e giaceva ormai a terra. Ma non solo. Sulla vicenda è intervenuto il presidente regionale Fvg di Federcaccia, Paolo Vezzi, il quale invitava a minimizzare l’accaduto, trattandosi solo di un animale e, sottolineando di riportare il caso nell’ambito dei giusti valori.
ASSOCIAZIONI-In tutta risposta, l’Oipa sezione di Udine, con le sezioni di Trieste e Gorizia e ad altre associazioni animaliste quali Lav, Mai più soli onlus, Amici di Luna e Sam, Enpa Udine, Amici di Poldo), terranno domenica una manifestazione di protesta a Udine in piazza San Giacomo.
Infatti, le associazioni avevano chiesto che Viezzi ritirasse quanto affermato e lo stesso responsabile LAV Settore Animali Selvatici, Massimo Vitturi, ha ricordato le parole del rappresentante regionale di Federcaccia che ha affermato “hanno ucciso solo un cane”, annunciando la volontà di costituirsi parte civile contro i proprietari del cane perché non avrebbero usato il guinzaglio. Vitturi ha sottolineato che “con queste affermazioni il presidente di Federcaccia – Friuli Venezia Giulia chiarisce definitivamente che i cacciatori non sono ciò che vorrebbero farci credere. Per anni si sono affannati a raccontarci la favola del loro impegno a tutela dell’ambiente e delle specie animali, ma alla resa dei conti si rivelano per quello che sono: persone che praticano la loro sanguinaria passione anche a costo, in alcuni casi, di violare le leggi”. Infine, il responsabile Lav ha chiesto che Gian Luca Dall’Olio, presidente nazionale Federcaccia prendesse posizione sulla vicenda affinché il concetto di Viezzi “non rappresenti la posizione di tutti i cacciatori italiani”.
NO AL LINCIAGGIO– Ma Viezzi non ci sta al linciaggio e riconferma la sua posizione, annunciando di essere anche stato minacciato: “Un cane non è una persona e la sua uccisione non è il dramma che si è voluto dipingere: di questo sono profondamente convinto. L’intendimento non era quello di minimizzare il fatto ma di ricondurlo nell’ambito della corretta importanza in termini di disvalore sociale“, ha affermato Viezzi, spiegando di essere stato “a vario titolo offeso, minacciato o deriso ovvero sono stati commessi dei reati nei miei confronti da alcuni soggetti che pretendendosi paladini della giustizia e della morale (in relazione agli animali) hanno violato senza alcun limite o educazione le regole ed i diritti degli uomini”.
Insomma, secondo Viezzi, “il valore della vita di un animale è nell’immaginario collettivo di alcuni un valore più grande della vita di un uomo al punto da rivendicare la sopravvivenza di un cane augurando la morte di un individuo”.
CHIESTE DIMISSIONI DI VIEZZI– Il caso ha tuttavia avuto una forte risonanza non solo mediatica. Tanto che due rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, il consigliere regionale Ilaria Dal Zovo e l’eurodeputato Marco Zullo, in una nota congiunta hanno chiesto le dimissioni di Viezzi, definendo le sue parole “inaccettabili“: “Ricordiamo che il cacciatore che ha freddato Adamas, ha commesso un reato penale: il codice, penale lo riconosce all’articolo all’art. 544-bis ai sensi del quale: chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Rimaniamo basiti di fronte alle sue parole. Prima di giustificare un gesto del genere, il presidente dovrebbe ricordare le peculiarità del ruolo che ricopre, quello di fare da tramite tra mondo venatorio e resto del mondo. Con queste sue parole, Viezzi va nella direzione opposta, contribuendo a tracciare un solco ancor più netto tra queste realtà, declassando tra l’altro la vita di un essere vivente, a poco più di niente. Vero è che non è stata uccisa una persona, e ci mancherebbe, ma la vita di un animale è sempre vita: non esistono vite che abbiano diritto, più d’altre, di stare a questo mondo”.
“Le dichiarazioni di Viezzi sorprendono per intempestività e mancanza di tatto, per così dire, politico- ha poi aggiunto Zullo- Il Movimento 5 Stelle si è sempre dichiarato contrario alla caccia, non lesinando peraltro critiche alla gestione della pratica venatoria in Friuli Venezia Giulia, caratterizzata da contraddizioni assurde e lacune gravissime che hanno già comportato per la Regione richiami ufficiali da parte dello stesso governo. A queste, si aggiunge la presa di posizione del presidente di Federcaccia, che minimizza addirittura l’episodio del cane ucciso a San Daniele: parole che trovo inaccettabili e alle quali auspico seguano immediate scuse. Il disprezzo per la vita che le parole di Viezzi fanno emergere rischiano di privare di senso ogni forma di interlocuzione tra parti evidentemente già distanti tra loro: per questo sarebbe sensato un passo indietro volontario del presidente”.
I due portavoce hanno poi concluso che “sappiamo che molti cacciatori non condividono il pensiero dell’attuale presidente di Federcaccia ed è a loro che ci rivolgiamo, chiedendo di farsi sentire”.