L’Ente per la protezione animali (Enpa) è sul piede di guerra nel Veneto dopo che la Giunta regionale ha dato il via libera all’abbattimento delle nutrie, originarie del Sud America, che stanno infestando i corsi d’acqua e danneggiando le colture. La giunta ha stabilito le linee guida da inoltrare ai Comuni per disciplinare la caccia alla specie, ovvero la cattura e l’uccisione degli esemplari.
Andrea Brutti dell’Ufficio Fauna Selvatica dell’Enpa ha sollecitato immediatamente chiarimenti all’assessorato regionale della Sanità e dell’agricoltura chiedendo”dati e informazioni scientificamente validi”.
Ovvero, l’Enpa in mancanza di tali informazioni ha evidenziato la necessità di conoscere il numero reale delle “nutrie che avrebbero attaccato l’uomo, visto che vengono definite nocive” e “restando sempre in tema di presunta pericolosità delle nutrie, quante persone si sarebbero ammalate per zoonosi, ossia trasmissione di agenti patogeni da una specie all’altra?”.
“L’assessore alla Sanità e il suo collega dell’Agricoltura sembrano essere alquanto disinformati sull’argomento, perché sembrano proprio ignorare l’esistenza di quella circolare con cui il Ministero dell’Ambiente ha chiaramente escluso che le uccisioni delle nutrie possano essere decise con lo strumento delle ordinanze contingibili e urgenti proprio a testimonianza del fatto che non esiste alcuna emergenza nutrie né in Veneto né in altre zone del Paese. Con buona pace delle autorità regionali che si erano affrettate a definirle come specie pericolosa”, ha sottolineato Brutti.
Oltre a questo elemento, il responsabile Enpa ha denunciato anche i metodi che sono stati indicati per raggiungere lo scopo, sottolineando che si potrebbe profilare il reato di maltrattamento di animali come ad esempio l’impiego di fucili ad aria compressa per uccidere gli esemplari: “Eccome se c’è il maltrattamento. A partire dalle gabbie trappola dove spesso entrano anche altri animali e dove spesso ne muoiono altrettanti, il più delle volte dopo una lunga e straziante agonia per arrivare fino ai colpi esplosi con fucili ad aria compressa. Spiace dare un brutta notizia alla Regione ma, come dimostra una sentenza del Consiglio di Stato successivamente all’impugnativa dell’Enpa contro una circolare del Ministero della Salute, le nutrie non sono certo escluse dall’applicazione del reato di maltrattamento”.
Brutti ha spiegato che ci sono delle procedure da seguire per il ripristino ambientale come l’utilizzo di reti, metodi di sterilizzazione e a lunga durata una programmazione le gestione ecologica, efficace ed etica della nutria. Tuttavia, secondo Brutti, in questo caso, si tratta di una situazione in cui la Regione vuole dare un contentino agli agricoltori e ai cacciatori.
Ecco perché Brutti ha resto noto che attraverso l’ufficio legale dell’Enpa “stiamo valutando se chiedere al governo di impugnare questa legge, come già fece per la Lombardia”.
“Non è accettabile che amministratori locali, facendo leva su dichiarazioni allarmistiche e infondate, continuino a proporre metodi fuorilegge nella gestione faunistica, anziché ricorrere alla scienza e al buonsenso”, ha poi concluso il responsabile.