Nuovo appuntamento degli orrori in Asia, dopo il Festival della carne di Cane di Yulin in Cina, la Corea del Sud si sta preparando ad accogliere i Bok Nal, i cosiddetti “giorni del cane”, dal 13 al 23 luglio e il 1 agosto, date in cui migliaia di cani saranno uccisi e mangiati secondo una tradizione arcaica.
Come è stato per Yulin, anche per i Bok Nal, le associazioni animaliste all’insegna dell’hashtag #StopBokNal2015 lanciano un appello affinché la Corea del Sud fermi quel massacro. La Lega antivivisezione ha reso noto di aver sollecitato l’Ambasciatore della Repubblica di Corea a Roma a farsi portavoce, presso le autorità competenti del suo Paese, per fermare il massacro e proibire il consumo di carne di cane, come è già avvenuto a Taiwan, nelle Filippine, a Singapore e a Hong Kong.
Sul tema, lo scorso 6 luglio è stato lanciato il trailer di “Eating happiness” (Mangiare la felicità ) un film-documentario del regista cinese Genlin, che ha ripercorso l’usanza di mangiare il cane in Asia, denunciando che si tratta in realtà di una superstizione barbara.
Genlin ha fondato la World Dog Alliance una onlus che opera nei paesi asiatici per fermare la mattanza dei cani e far pressione sui governi affinché questa usanza sia messa fuorilegge.
Secondo i dati della World Dog Alliance in Corea l’80% della popolazione mangia carne di cane, il 60% in Vietnam e il 20% in Cina. Molto spesso si tratta di cani allevati in condizioni disumane, rinchiusi in delle gabbie dalle quali usciranno solo per essere uccisi. Inoltre, a ridosso di queste manifestazioni aumentano in modo esponenziale le sparizioni di animali domestici. In Cina, durante delle operazioni di sequestro dei mezzi di trasporto che sono state effettuate durante il festival di Yulin, molti padroni hanno potuto riabbracciare i loro amati compagni 4zampe. Scene commoventi e strazianti di persone che in alcuni casi sono riusciti a riabbracciare i loro cani ancora vivi. Altre, invece, hanno solo potuto ritrovare il corpo senza vita del loro 4zampe. Una crudeltà che non risparmia i randagi che vengono prelevati dalle strade, con lo scopo di vendere la loro carne. Molti giornalisti hanno documentato scene in cui i cani vengono uccisi lentamente, torturati oppure gettati nell’acqua bollente ancora vivi.