Sono molte le leggende che veicolano superstizioni su diverse specie di animali. Non solo gatti: ecco tutti i miti sul mondo animale.
Anche nel XXI secolo, nonostante la rivoluzione tecnologica, persistono determinate credenze e superstizioni sugli animali. Dal gatto nero che porta sfortuna quando ti attraversa la strada o fortuna se lo ospiti nella tua casa, al ragno che porta fortuna e che non dobbiamo “gettare” dalla finestra per evitare la “malasorte”, non può mancare neanche l’ululato del cane, indice di malaugurio, così come il verso della civetta di notte e l’uccello che entra in casa. Scopriamo tutte le leggende e i miti a riguardo.
Superstizioni sugli animali: tra leggende e dicerie
Ci sono una miriade di superstizioni legate agli animali e suddivise in base anche alle aree geografiche: dal mare alla montagna, dal pipistrello allo stambecco, passando per la lepre e l’ape.
È sempre utile, quindi, effettuare un un piccolo percorso alla scoperta di alcune superstizioni nel mondo animale, sfatando i falsi miti, ma con un occhio di riguardo al folklore.
La sfortuna del gatto nero
Come per lo specchio rotto o il passare sotto ad una scala, quella del gatto nero è forse una delle superstizioni animali più diffuse.
Se da una parte i gatti, in alcune culture, come quella egizia venivano adorati, come la Dea Bast, dall’altra, nel Medioevo tra molti popoli del Mediterraneo, il gatto veniva associato ad una presenza demoniaca e alle streghe.
Lo stesso Papa Gregorio IX nel 1233 lanciò una massima “Vox in rama”, un documento che condannava il gatto nero, considerato come incarnazione di Satana dando inizio ad uno sterminio di migliaia di gatti e dei loro padroni. Le povere bestiole venivano bruciate vive, scorticate, bastonate e crocefisse oppure gettati dai campanili delle chiese durante le feste consacrate. Ma dopo lo sterminio aumentarono i ratti e i topi nelle città e lentamente la credenza fu abbandonata anche se persiste ancora sotto la forma dei gatti neri che portano sfortuna se attraversano la strada.
Chi non si è mai fermato nel bel mezzo di una strada, casomai di campagna dove nessuna altra automobile transita, in attesa per ore, di un avventato autmobilista perché superi prima di noi il punto dove ha attraversato il gatto nero? Questa usanza, deriverebbe dal fatto che anticamente, i cavalli che portavano le carrozze di notte si spaventavano dal passaggio dei gatti e s’imbizzarrivano. E di notte si sa tutti i gatti sono neri!
In altre culture il gatto invece è di buono auspicio. In Inghilterra era obbligatorio nella marina avere un gatto a bordo della nave. Un’usanza utilizzata anche dai pirati che portavano sulle navi dei gatti neri nella stiva per i topi, in quanto i gatti neri erano meno visibili nel buio. Ovviamente quando i pirati arrivavano in una città , anche i gatti approfittavano per fare un giro a terra e la popolazione vedendo il gatto nero, iniziò a collegarlo ad un cattivo presagio.
In ogni modo, basta cambiare paese per avere un’ottica diversa. Sempre in Inghilterra, il gatto nero porta fortuna: ovvero se ti attraversa la strada significa che i guai sono passati senza sfiorarli, se entra in casa di primo mattino sarà una splendida giornata e se c’è una ragazza “da marito” presto si sposerà .
Animali e superstizioni: l’ululato del cane
Anche attorno al cane si sono create numerose superstizioni.
Tra queste c’è la credenza che l’ululato del cane sia il presagio che la persona più giovane della famiglia di quello che ha udito l’ululato, morirà presto.
Tra le antiche leggende, in Grecia era usanza pensare che se il cane leccava la mano, allungava la vita di una persona. Forse è da ricollegare al fatto, che il cane ha un tipo di saliva disinfettante e cicatrizzante e per cui una leccata potrebbe avere un effetto benefico sulla ferita e quindi salvare una vita umana.
Ma non solo. Il cane è stato collegato anche al ruolo di accompagnatore e di guardiano come Cerbero a difesa dell’Ade o del dio azteco Xolotl guida delle anime verso gli inferi.
Vi sono altre superstizioni come quella di quando si pesta i bisognini del cane con il piede destro che porta sfortuna o fortuna con il sinistro.
Vi sono dei detti anche in base al tipo delle razze: come un Greyhound con una macchia bianca porta fortuna.
Secondo altre usanze, il cane nero che vi segue fino a casa porterà fortuna oppure se avete un cane nero terrà lontane le persone che fanno il malocchio o fattucchiere.
Il ragno porta guadagno
Anche per il ragno non mancano i detti legati alle superstizioni sugli animali.
A partire da quello che porta fortuna in casa e il detto di non gettare il ragno dalla finestra.
Si tratta di un’antica usanza risalente al periodo romano, per cui se nell’arco della giornata avveniva un incontro con un ragno si trattava di un evento che portava fortuna.
Anche nell’antichità il ragno in casa portava fortuna e quindi se veniva buttato fuori dall’abitazione era indice di malasorte.
Un’usanza forse da ricollegare all’utilità dei ragni che eliminano gli insetti così come al fatto che si pensava che la ragnatela avesse poteri cicatrizzanti.
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Il verso della civetta
Le superstizioni sugli animali notturni come il gufo o la civetta sono molte diffuse.
Per quanto riguarda la civetta c’è un detto della Romagna che recita: “La notte dell’Epifania parlano l’assiolo e la civetta”.
Ovvero, secondo il proverbio il richiamo della civetta era considerato portatore di sfortuna, se non addirittura un presagio di morte. Come l’assiolo, anche la civetta viene collegato al lamento delle anime e non a caso, lo stesso poeta Giovanni Pascoli nella poesia L’assiuolo definisce l’uccello con l’espressione “pianto di morte”.
Al contrario, nell’antica Grecia la civetta era simbolo di saggezza e conoscenza, e accompagnava la dea Atena.
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Superstizioni e animali: se l’uccello entra in casa
Alcune generazioni sicuramente si ricorderanno di quando i nonni scherzando, parlavano dell’uccello del malaugurio.
Il detto deriverebbe dalla cultura anglosassone per cui se un uccello entra dentro casa, annuncia il decesso a breve termine di qualcuno.
Inoltre, anticamente vi erano l’ornitomanzia in base alla quale attraverso il comportamento degli uccelli era possibile interpretare auspici, così come la pratica degli auguri del mondo etrusco e romano.
Il volo degli uccelli veniva osservato per le azioni da compiere: se volava verso la sinistra, il presagio era negativo.
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c. D.